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ASCO 2017: prendersi cura del malato oncologico, i sostegni psicologici

By 2 Giugno 2017Maggio 12th, 2021No Comments
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«L’errore più grande nel trattamento delle malattie è che esistono medici per il corpo e medici per l’anima, quando invece le due cose non possono essere separate». Questo insegnamento platonico sembra sia stato fatto proprio dall’ASCO quest’anno, se è vero che tre rilevanti studi presentati all’Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology di Chicago hanno riferito dell’importanza dell’intervento psicologico sia nell’alleviare lo stress dei pazienti oncologici, nel diminuire la paura di recidive nei lungosopravviventi e nel migliorare la qualità di vita di chi vive col cancro.

Il numero di coloro che sopravvivono al cancro non è mai stato così grande. Tuttavia, la paura di una recidiva accompagna costantemente la vita di costoro, anche una volta terminate le cure. Circa la metà degli ex pazienti oncologici ed il 70% di chi ha avuto da giovane un tumore alla mammella convive con il timore più o meno forte di una ricaduta. Una paura che influisce negativamente sul follow-up, sull’umore, sul lavoro, sugli obiettivi ed in generale quindi sulla qualità di vita. Uno studio australiano presentato il 2 giugno (LBA10000) dimostra che un intervento psicologico mirato riesce a diminuire la paura in misura significativa. Il trial è stato condotto su una coorte di 222 sopravviventi a carcinoma mammario (stati I-III), tumore colorettale o melanoma, che avevano terminato le cure da due mesi a cinque anni prima di essere arruolati nello studio. Tutti gli ex pazienti si sono sottoposti a cinque sessioni faccia a faccia con terapeuti di un’ora ciascuna, nel corso di 10 settimane. Ai pazienti ed al braccio di controllo è stato somministrato un questionario di 42 item, chiamato Fear of Cancer Recurrence Inventory (FCRI), in grado di misurare variazioni del grado del loro timore prima e dopo l’intervento di sostegno, a tre e sei mesi. Il punteggio medio prima dei colloqui è stato di 82,7 punti. Il principale outcome dello studio, il punteggio che misurava il grado complessivo di paura di recidiva, è risultato diminuito di 18.1 punti nel braccio sottoposto a sostegno, contro un meno 7,6 punti del braccio di controllo. La diminuzione diveniva più significativa col passar del tempo, scendendo dopo sei mesi di 27,2 punti. In definitiva, l’intervento psicologico si è dimostrato molto più efficace di qualsiasi training volto a rilassare gli ex pazienti.

Anche l’intervento psicologico chiamato STREAM (LBA10002), gestito in remoto via web da medici dall’ospedale universitario di Basilea per pazienti di lingua tedesca svizzeri, tedeschi ed austriaci, conferma l’efficacia del supporto psicologico. «Quando il medico dice “cancro”, la parola porta con sé un carico di emozioni, paura ed incertezza. Le terapie devono essere quindi accompagnate da un sostegno psicologico di alto livello. Ed esistono in rete strumenti eccellenti in grado di assicurare questo supporto, specie ai pazienti che altrimenti non avrebbero l’opportunità d’incontrarsi con un terapeuta», nota Don S. Dizon. L’intervento consiste in un programma di gestione dello stress di otto settimane, sviluppato da oncologi e psicologi, basandosi su una psicoterapia cognitiva comportamentale via web, faccia a faccia con il malato, messo in condizioni d’interagire online con i terapeuti. Oltre alle sessioni in diretta, il programma fornisce anche informazioni audio e testo, esercizi e questionari. Il trial ha arruolato 128 pazienti nelle prime 12 settimane di terapia, assegnati al braccio STREAM ed a quello di controllo. La maggioranza dei pazienti era donna, affetta da tumore della mammella in fase precoce, anche se erano presenti malati di tumore al polmone, ovaio, gastrointestinale ed anche di melanoma e linfoma. A due mesi, per i pazienti del braccio STREAM si è constatato un vantaggio in termini di qualità della vita di 8,59 punti rispetto al gruppo di controllo, mentre il punteggio medio di stress era calato da 6 a 4.

Un terzo studio presentato in conferenza stampa venerdì 2 giugno è il CALM (Managing Cancer and living carefully, LBA10001), un intervento psicologico per ridurre lo stress in pazienti oncologici in fase avanzata. Si è trattato di un trial randomizzato che ha coinvolto 305 malati reclutati in una vasta area urbana del Canada centrale. Tre mesi dopo aver ricevuto il sostegno del CALM, grazie a 3/6 sessioni di colloquio psicologico di 45/60 minuti ognuna, sostenute con personale specializzato per 3/6 mesi, il 52% di questi malati presentava una marcata riduzione dei sintomi di depressione, contro il 33% del braccio di controllo a 3 mesi, e del 64% a 6 mesi dalla somministrazione. Ad un test dopo tre e sei mesi, questi malati sono risultati meglio disposti ad affrontare con dignità la fine della vita. Che il programma CALM sia stato sviluppato in Canada non sorprende, se è vero che a Winnipeg è nata la “terapia della dignità” di Harvey Max Chochinov, concepita per essere di conforto sia ai malati nel loro commiato dalla vita, sia alle persone che restano, durante il periodo di lutto e di cordoglio.

Flavia Longo

▼ McNeil Beith J, Thewes B, Turner J, Gilchrist J, Sharpe L, Girgis A. Long-term results of a phase II randomized controlled trial (RCT) of a psychological intervention (Conquer Fear) to reduce clinical levels of fear of cancer recurrence in breast, colorectal, and melanoma cancer survivors. Abstract LBA10000, ASCO Annual Meeting 2017.
Rodin G, Lo C, Rydall A, Nissim R, Malfitano C, Shnall J et al. Managing cancer and living meaningfully (CALM): A randomized controlled trial of a psychological intervention for patients with advanced cancer. Abstract LBA10001, ASCO Annual Meeting 2017.
Hess V, Grossert A, Alder J, Scherer S, Handschin B, Borislavova B. Web-based stress management for newly diagnosed cancer patients (STREAM): A randomized, wait-list controlled intervention study. Abstract LBA10002, ASCO Annual Meeting 2017.