
Una seduta singola di radioterapia è efficace quanto una settimana di trattamento nel ridurre i sintomi associati alla compressione del midollo spinale in pazienti con metastasi. I risultati di uno studio di fase III presentato all’Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2017 mostrano che entrambi i protocolli terapeutici portano a risultati simili, con un onere ridotto in termini di visite mediche e spostamenti per i soggetti sottoposti a una singola dose di trattamento.
Sono stati inclusi nella ricerca 688 pazienti con carcinoma metastatico della prostata (44%), del polmone (18%), del seno (11%) e gastrointestinale (11%), di cui il 73% di sesso maschile e con un età media di 70 anni. Questi sono stati assegnati, mediante procedura di randomizzazione, a un trattamento basato su una singola seduta di radioterapia a 8 Gy o a un trattamento a 20 Gy suddiviso in 5 sedute. L’endpoint primario era costituito dallo status ambulatoriale del paziente, misurato su una scala a 4 punti:
1- in grado di camminare;
2- in grado di camminare con un sopporto;
3- in difficoltà anche con un supporto;
4- dipendente dalla sedia a rotelle.
I risultati hanno mostrato che, a 8 settimane dal trattamento, il 69,5% dei pazienti sottoposti a una singola seduta di trattamento rientrava nei livelli 1 e 2 della scala di valutazione, contro il 73,3% dei pazienti sottoposti a 5 sedute. Inoltre, non sono emerse differenze tra i due gruppi in termini di sopravvivenza complessiva (12,4 settimane vs. 13,7 settimane) ed effetti collaterali (20,6% vs. 20,4%), con un’unica differenza riguardante gli eventi avversi moderati, risultati meno frequenti nel primo gruppo (51% vs. 56,9%). “I dati raccolti pongono la radioterapia a dose singola come terapia standard nel trattamento della compressione del midollo spinale in soggetti con un cancro in fase metastatica, o almeno per quelli con un’aspettativa di vita ridotta”, ha sottolineato Peter Hoskin, oncologo del Mount Vernon Cancer Centre di Middlesex (UK) che ha condotto lo studio. “Per i pazienti questo significa dover affrontare meno visite mediche e avere a disposizione più tempo per stare in famiglia”. Tuttavia, protocolli di radioterapia più lunghi potrebbero risultare più efficaci nel prevenire il ritorno di metastasi a livello della colonna vertebrale e, per questo motivo, potrebbero essere più adatti per pazienti con un’aspettativa di vita maggiore. “Altre ricerche sono però necessarie per confermare questa ipotesi”, ha concluso Hoskin.
Fabio Ambrosino
▼ Hoskin P, Misra V, Hopkins K, Holt T, Brown G et al. SCORAD III: Randomized noninferiority phase III trial of single-dose radiotherapy (RT) compared to multifraction RT in patients (pts) with metastatic spinal canal compression (SCC). Abstract LBA10004, ASCO Annual Meeting 2017.