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ASCO 2016: trial clinici, quanto ne sanno davvero gli oncologi?

By 4 Giugno 2016Aprile 7th, 2021No Comments
Congressi

In occasione dell’edizione 2016 del meeting dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) è stato pubblicato uno studio condotto da Kenneth Robert Hoffman (Teaneck, New Jersey) su quanto esattamente gli oncologi conoscono e utilizzano i trial clinici.

Partendo dal presupposto che una corretta valutazione e un uso dei dati dei trial clinici è essenziale per garantire ai pazienti il miglior trattamento possibile, sono stati valutati 25 oncologi medici sulle loro conoscenze sui trial clinici pubblicati recentemente (2013-2015). In particolare hanno valutato la loro comprensione del disegno dei trial, l’abilità nell’interpretare i dati e cosa manca per una migliore cura del paziente. Lo studio in realtà è il follow-up di uno già condotto nel 2010 da Hoffman con le stesse modalità su 28 oncologi medici (16 quelli che hanno partecipato a entrambe le survey).
Per prima cosa sono stati sottoposti agli oncologi medici i dati di 12 trial su tumore della mammella, carcinoma polmonare non a piccole cellule, carcinoma renale, mieloma multiplo e melanoma. Anche se l’80% dei partecipanti sapeva quale malattia era stata oggetto di studio, solo il 60% (15/25) sapeva quali agenti erano stati studiati di preciso. Nonostante l’80% dei medici fosse in grado di dire quali trial erano in Fase II o Fase III, solo il 60% (15/25) si è dimostrato poi in grado di spiegare la differenza.
Nella seconda parte della survey sono stati forniti nomi di trial, farmaci usati, stadio della malattia e protocollo terapeutico. Gli oncologi erano chiamati a identificare l’endpoint primario dello studio: tasso di risposta, progression free survival (PFS) e overall survival (OS). Solo il 76% (19/25) è stato in grado di identificare correttamente l’endpoint primario di massimo otto studi. Circa il 50% di coloro che hanno risposto (13/25) non sono stati in grado di distinguere tra PFS e OS, mentre l’88% (22/25) degli oncologi ha attribuito agli agenti farmacologici studiati un miglior tasso di risposta (circa il 60%) e un miglior tasso di efficacia (circa il 50%) rispetto ai dati pubblicati. In seguito i partecipanti allo studio sono stati chiamati a definire termini statistici comuni tra cui il p-value, la forza, la forma di rischio, gli intervalli di confidenza e a valutare come fossero stati usati nelle decisioni cliniche. Solo il 32% (8/25) degli oncologi ha definito correttamente tutti questi termini.
La survey dimostra in modo inequivocabile ‒ e in un certo senso spettacolare ‒ che gli oncologi medici hanno bisogno di essere affiancati nelle valutazioni dei dati dei trial clinici per comprenderli appieno e applicarli nella pratica clinica quotidiana. Un primo passo potrebbe essere rappresentato dall’elaborazione di abstract più chiari e immediatamente utilizzabili anche da chi non può leggere il full text dello studio.

Rebecca De Fiore

Fonte: 2016 ASCO Annual Meeting Abstract No:e18184. Hoffman KR. Evaluating clinical trials: What exactly do medical oncologists know and use? A re-evaluation. J Clin Oncol 34, 2016 (suppl; abstr e18184).