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ASCO 2016: Temozolomide + radio contro il glioblastoma

By 7 Giugno 2016Aprile 7th, 2021No Comments
Congressi

L’aggiunta di chemioterapia con temozolomide alla radioterapia short-course dopo  intervento chirurgico in  pazienti anziani con glioblastoma prolunga la sopravvivenza globale (OS) di quasi due mesi, portando il tasso di OS a un anno dal 22,2 % al 37,8 %.
L’aggiunta di temozolomide per via orale è risultata ancora più efficace, con una aumento della sopravvivenza di circa sei mesi,  in pazienti con metilazione del gene MGMT, una’anomalia genetica generalmente associata a una migliore risposta alla chemioterapia e a più elevati  outcome di sopravvivenza.

Questi risultati, presentati in occasione del Meeting ASCO 2016, aprono uno spiraglio di luce nel trattamento del glioblastoma, la più aggressiva fra le neoplasie del sistema nervoso centrale.
Lo studio non solo ha dimostrato che temozolomide garantisce  un miglioramento statisticamente significativo dei tassi di sopravvivenza globale  e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) in questo setting di pazienti, ma anche che tale regime  di combinazione è ben tollerato nei pazienti più anziani, fattore assai rilevante considerando che nel glioblastoma l’età media alla diagnosi è di 64 anni.

Temozolomide è  stato approvato per il trattamento del glioblastoma nel 2015 dopo esser stato testato  in soggetti adulti dai 18 ai 71 anni, in combinazione con la radioterapia. Contemporaneamente numerosi trial  hanno dimostrato che, nei pazienti anziani, la  radioterapia short-course presenta un’efficiacia superiore rispetto a quella long-course.
“Anche se il glioblastoma colpisce in misura molto maggiore i pazienti più anziani, ancora non abbiamo a disposizione linee guida certe per il trattamento di questi pazienti e la pratica clinica varia molto a livello globale. Questo studio fornisce la prima evidenza che la chemioterapia in combinazione con un programma di radioterapia short-course  prolunga significativamente la sopravvivenza senza impattare negativamente sulla qualità della vita”,  ha spiegato James R. Perry,  degli  Odette Cancer and Sunnybrook Health Sciences Centres di Toronto, Canada.

Lo studio randomizzato ha preso in esame 562 pazienti di età uguale o superiore ai 65 anni con una recente diagnosi di glioblastoma. L’età media dei pazienti era di 73 anni, e due terzi di essi erano di età superiore a 70 anni.
Tutti i pazienti venivano sottoposti a radioterapia ipofrazionata (short course) a 40 Gy in 15 frazioni per più di tre settimane. La metà dei pazienti riceveva, contestualmente, temozolomide, seguita da somministrazione mensile di temozolomide fino alla progressione della malattia o per un massimo di 12 cicli.
I pazienti del braccio radioterapia + temozolomide sperimentavano un vantaggio  in termini di sopravvivenza, con una  OS mediana di 9,3 mesi rispetto ai 7,6 mesi del gruppo della sola radioterapia. La  PFS mediana era di 3,9 mesi nel gruppo di sola radioterapia vs. i 5,3 mesi nel gruppo di combinazione. La sopravvivenza a 1 e 2 anni erano, rispettivamente, del 37,8%  vs .il 10,4% e del 22,8% vs. il 2,8%.
Tra 165 pazienti con metilazione del gene MGMT, la  OS mediana era di 7,7 mesi nel gruppo trattato  con sola radioterapia rispetto ai 13,5 mesi nel gruppo temozolomide più radioterapia.

“Anche se la differenza in termini di sopravvivenza mediana può sembrare modesta, l’aggiunta di  temozolomide reca un beneficio importante negli outcome a 1  e 2 anni. Per un singolo paziente, infatti, questo può significare la possibilità di prender parte a un’altra ricorrenza e di passare ancora un po’ di tempo in famiglia”, ha commentato Perry.

Fonte: Perry JR, Laperriere N, Christopher J, O’Callaghan CJ, et al. A phase III randomized controlled trial of short-course radiotherapy with or without concomitant and adjuvant temozolomide in elderly patients with glioblastoma (CCTG CE.6, EORTC 26062-22061, TROG 08.02, NCT00482677). J Clin Oncol  2016; 34:  (suppl; abstr LBA2).