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ASCO 2016: cure palliative precoci, grandi benefici anche per i caregiver

By 23 Maggio 2016Maggio 12th, 2021No Comments
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“Questo studio mostra come le cure palliative precoci, sebbene siano progettate e dirette in vista del benessere del paziente, contribuiscono ad alleviare anche l’onere dei loro caregiver”, sostiene Julie M.Vose, Presidente ASCO. Il che, continua, “fa crescere la massa di prove a favore delle cure palliative precoci per i pazienti oncologici in stadio avanzato”. È il primo studio a mostrare come le cure palliative precoci possano avere un forte impatto sui caregiver familiari: il trial clinico randomizzato dimostra che l’adozione di cure palliative dopo la diagnosi di cancro permette una migliore qualità della vita e diminuisce i sintomi depressivi per i caregiver, oltre ad alleviare gli effetti collaterali e le tossicità per le persone malate. Maggiore dignità e qualità della vita, quindi, per i pazienti come per i familiari che si trovano ad affrontare la malattia insieme a loro.

Così commenta uno degli autori, Areej El-Jawahri, MD, Direttore del Bone Marrow Transplant Survivorship Program al Massachusetts General Hospital Cancer Center: “Lo studio suggerisce che le cure palliative precoci creano un potente feedback positivo nelle famiglie che si trovano ad affrontare il cancro. Mentre i pazienti ricevono un diretto beneficio dalle palliative precoci, i loro caregiver ne sono ugualmente beneficiati, perché possono concentrarsi su altri aspetti della cura e stare vicino ai loro cari in modo diverso”.

Lo studio ha visto la partecipazione di 275 caregiver familiari per pazienti con diagnosi di tumori gastrointestinali e polmonari. Alcuni pazienti hanno ricevuto cure palliative precoci integrate a terapia oncologica standard, mentre gli altri sono stati trattati solo con terapia oncologica. I caregiver familiari sono stati scelti dai pazienti, valutati e arruolati, poi rivalutati a 12 e a 24 settimane usando i questionari per la qualità della vita (Medical Outcomes Study Health Survey Short Form-36) e dell’umore (Hospital Anxiety and Depression Scale) con lo scopo di misurare il loro benessere fisico e mentale. Dopo 12 settimane, nei caregiver dei pazienti che ricevevano cure palliative precoci sono stati riscontrati sintomi depressivi meno intensi degli altri: la loro vitalità e funzionalità sociale era migliorata rispetto a quella dei caregiver che si occupavano di pazienti trattati solo con terapia oncologica. Dopo 24 settimane i caregiver dei pazienti sottoposti a cure palliative precoci hanno continuato a riportare un significativo miglioramento dei sintomi depressivi. Questo suggerisce che i benefici osservati in termini di qualità della vita e dell’umore possano essere una conseguenza indiretta del miglioramento degli outcome dei pazienti, ma, per definire meglio questa ipotesi, lo studio sta proseguendo con analisi più approfondite.

Valeria Montebello