
L’utilizzo di criteri di inclusione più ampi, come quelli proposti dall’ASCO and Friends of Cancer Research, permette di raddoppiare il numero di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato reclutabili nei trial clinici. È quanto emerge da uno studio, i cui risultati sono stati presentati al Meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), che ha preso in considerazione il database CancerLinQ della società oncologica americana.
Prendendo in considerazione il periodo di tempo compreso tra il 2011 e il 2018, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 10500 cartelle cliniche elettroniche relative a pazienti adulti con carcinoma polmonare non-a-piccole-cellule avanzato – con due o più visite oncologiche e almeno una dose di un trattamento sistemico – inclusi nel CancerLinQ. Sulla base di queste informazioni, il gruppo di ricerca ha calcolato il numero di pazienti reclutabili nei trial clinici secondo i criteri tradizionali e secondo quelli proposti dall’ASCO and Friends of Cancer Research. Questi, a differenza dei primi, consentono di selezionare anche soggetti con metastasi cerebrali, con altre diagnosi oncologiche e con livelli di clearance della creatinina a partire da 30 millilitri per minuto. Dai risultati è emerso che applicando i criteri di selezione tradizionali il 47,7% dei pazienti (n=5005) non risultava reclutabile, mentre con quelli proposti dall’ASCO and Friends of Cancer Research questa percentuale si riduceva all’1,5%, per un totale di sole 154 esclusioni. Inoltre, è emerso che che l’utilizzo di criteri più ampi permetterebbe di reclutare soggetti più anziani (da 66,1 a 67,5 anni di età media) e un numero maggiore di donne (da 40% a 44%), di tumori al IV stadio (da 55% a 60%), di diagnosi di carcinoma polmonare non squamoso (da 45% a 47%) e di pazienti mai stati fumatori (da 13% a 16%). “L’utilizzo di criteri di eligibilità stringenti e basati su criteri di sicurezza antiquati impone delle restrizioni non necessarie nel reclutamento dei partecipanti ai trial, rendendo di fatto molto più complicato condurre studi gli studi necessari a stabilire l’efficacia e la sicurezza delle nuove terapie”, ha commentato Donald Harvey, direttore della sezione dedicata ai trial clinici di fase I del Winship Cancer Institute of Emory University di Atlanta e prima firma dello studio. “Cambiamenti nei criteri di eligibilità sono particolarmente importanti in un momento in cui ci si muove sempre di più verso terapie targeted, inclusa l’immunoterapia, che hanno profili di sicurezza diversi rispetto alla chemioterapia”.
Giulia Volpe
Harvey RD, Rubinstein WS, Ison G, et al. Impact of broadening clinica ltrial eligibility criteria for advanced non-small cell lung cancer patients: real world analysis. Abstract LBA108. 2019 ASCO Annual Meeting.