
Parte il fondo governativo di 500 milioni di euro su base annua per l’acquisto di farmaci innovativi da parte dei reparti di Oncologia italiani. Il fondo – istituito anche grazie all’intenso lavoro diplomatico dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ‒ rappresenta un passo in avanti di grande importanza, ma naturalmente non è sufficiente: occorre mettere mano a modifiche strutturali e organizzative profonde. Se ne è parlato al XVIII Congresso nazionale AIOM appena conclusosi a Roma.
Al momento la lista dei farmaci innovativi acquistabili mediante il nuovo fondo comprende immunoterapia e target therapies, molecole completamente nuove e trattamenti già in uso e rimborsabili ma che hanno ricevuto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) un’estensione delle indicazioni. Spiega Carmine Pinto, Presidente AIOM: “L’Oncologia italiana ha lanciato una proposta e dopo un anno di confronto le istituzioni hanno risposto. Il premier Matteo Renzi e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin hanno mostrato una grande sensibilità e una attenzione per l’Oncologia mai avuta prima. Ma ora serve uno sforzo in più, dobbiamo lavorare tutti insieme per un vero e proprio “Patto contro il Cancro”. Pensiamo sia necessario un fondo gestito da AIFA al quale a fine anno le Regioni possano accedere, in modo egalitario. Occorre una regia unica che metta in rete AIFA, Agenas, ISS e AIOM che ha prodotto tanto per arrivare a questi risultati. L’accelerazione dei tempi di accesso alle terapie deve rientrare in una visione più ampia e bisogna dare voce anche a altre richieste dei pazienti. Il ritorno a una vita come prima implica la considerazione di molti aspetti, spesso sottovalutati. Ad esempio i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza non includono la riabilitazione oncologica. Il cancro determina bisogni riabilitativi specifici, non assimilabili alle altre malattie. Si tratta di una omissione particolarmente penalizzante per i pazienti, perché gli esiti dei trattamenti possono causare difficoltà non solo fisiche ma anche cognitive, psicologiche, nutrizionali, sessuali, sociali e lavorative. Senza la previsione specifica della riabilitazione oncologica nei LEA, le disparità territoriali nell’accesso alle prestazioni e ai servizi rischiano di aumentare”.
Stefania Gori, presidente eletto AIOM, sottolinea con forza il ruolo decisivo di lobby “positiva” avuto dall’associazione: “Più di tre milioni di pazienti oncologici vivi – di cui un terzo guariti ‒ sono la dimostrazione che la direzione in cui stiamo andando è quella giusta. Il grande lavoro di AIOM ha portato a questi risultati e a questa attenzione delle istituzioni. L’AIOM pone grande attenzione nei farmaci innovativi perché da quel fronte attendiamo grandi novità sui tassi di sopravvivenza dei pazienti oncologici. È chiaro che avere le terapie giuste al momento giusto è l’unica soluzione per rispondere in modo adeguato alla domanda di cure efficaci. Ma serve una visione più ampia e strutturale che parta proprio dal fondo. Altri Paesi si sono attivati da tempo, ad esempio negli Stati Uniti nel 1971 Presidente Richard Nixon firmò il National Cancer Act, sulla stessa linea nel 2015 il Presidente Barack Obama ha lanciato la Precision Medicine Initiative e a giugno 2016 il vicepresidente Joe Biden ha rilanciato la sfida contro il cancro con il progetto Cancer Moonshot. L’obiettivo è definire un nuovo modo di affrontare la malattia con un approccio a 360 gradi”.
Mauro Bonaretti, Capo di gabinetto del Governo Renzi, sottolinea: “Non c’è solo l’attenzione per gli oncologi, i pazienti e la ricerca ma anche un volano economico nella scelta del Governo. La nostra legge prevede che un farmaco non possa essere considerato innovativo per più di tre anni. Il definire con rigore i criteri di innovazione in Oncologia sarà un modello per il futuro del Paese. Riusciremo così a contabilizzare i costi evitati con l’uso dei farmaci innovativi. La costruzione di questo fondo è solo il primo passo per un cambio di paradigma, ma con lo scopo preciso di curare con farmaci innovativi tutti i pazienti che ne hanno bisogno”.
David Frati