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4words 2017: l’Oncologia di precisione è davvero il futuro?

By 27 Gennaio 2017Maggio 14th, 2021No Comments
CongressiSpeciali

Si è tenuto ieri a Roma il convegno “4words: le parole dell’innovazione in sanità”, dal Pensiero Scientifico Editore e dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio nell’ottica del progetto Forward, un’iniziativa che ha l’obiettivo di approfondire, attraverso una rivista e un sito internet, i temi che saranno centrali nel prossimo futuro della sanità. Medicina di precisione, valore/valori, empowerment/engagement e big data i temi al centro di questa prima riunione annuale, che ha visto diversi esperti nazionali e internazionali intervenire di fronte a una platea di oltre 200 medici, rappresentanti delle istituzioni e operatori sanitari. Di particolare interesse per l’Oncologia sono stati gli interventi, relativi al tema della medicina di precisione, di Roberto F. Labianca, direttore del Dipartimento interaziendale oncologico della Provincia di Bergamo, e Vinay Prasad, associate professor dell’Oregon Health and Sciences University.

Nella sua relazione, Roberto F. Labianca è partito dai test diagnostici genetici e dal modo in cui questi stanno influenzando la pratica clinica. “Tumori come quello della mammella sono destinati, sempre di più, a diventare patologie rare”, ha sostenuto durante la sua relazione. “In futuro avremo a che fare con una molteplicità di varianti genetiche che interesseranno sottogruppi progressivamente più piccoli di pazienti”. Labianca si è infine detto contento dei risultati raggiunti negli ultimi anni nel campo dell’oncologia, pur manifestando qualche perplessità riguardo le attuali potenzialità di un approccio, come quello dell’oncologia di precisione, a cui spesso ci si riferisce con un “eccessivo trionfalismo”.
Uno scetticismo anche maggiore è emerso invece dall’intervento di Vinay Prasad, le cui pubblicazioni su Nature, BMJ e JAMA hanno più volte messo in luce i punti deboli dell’oncologia clinica basata sui risultati dei test genetici. “L’oncologia di precisione non ha funzionato… e non funzionerà”, titolavano alcune delle sue slide. In particolare, Prasad si è schierato contro l’eccessivo entusiasmo manifestato da alcuni ricercatori e istituzioni nei confronti della possibilità di trattare pazienti caratterizzati da specifiche alterazioni genetiche con farmaci mirati. “Si è presentata questa possibilità come se riguardasse la totalità dei pazienti oncologici, anche quando la percentuale di soggetti riconducibili a una specifica alterazione del DNA è risultata essere del 6%. Inoltre, l’unico studio randomizzato – lo studio SHIVA – che ha messo a confronto questi trattamenti con quelli tradizionali non ha evidenziato nessun vantaggio per i pazienti che hanno ricevuto una terapia mirata”.

A seguire Iona C. Heath, medico londinese che ha ricoperto incarichi di primo piano negli organismi del Royal College of General Practitioners, ed Elena Granaglia, professore ordinario di Scienza delle finanze all’Università di Roma Tre, hanno approfondito il binomio valore/valori in ambito medico, analizzando caratteristiche e implicazioni degli aspetti etici della cura. Il tema dell’empowerment è stato invece trattato da Sally Crowe, esperta nell’ambito del coinvolgimento dei pazienti nei processi di ricerca e assistenza sanitaria, e da Mario Melazzini, attuale direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Infine, in conclusione di giornata si è affrontata la questione dei big data con gli ottimi interventi di Ciro Cattuto, direttore scientifico della Fondazione ISI, e Rodolfo Saracci, ex direttore dell’Etichs review commitee della WHO International Agency for Research on Cancer, dove è attualmente senior visiting scientist. A termine di tutti gli interventi sono seguite vivaci discussioni a cui il pubblico presente ha partecipato manifestando grande interesse e curiosità.

“Disponiamo di pochissimi spazi dove ragionare, insieme ai diversi operatori sanitari e portatori di interesse, riguardo le tematiche che stanno per diventare pregnanti per la Sanità Pubblica”, ha dichiarato Antonio Addis, associate editor del progetto Forward. Una constatazione che ha portato alla nascita di un programma di aggiornamento e di informazione indipendente il cui fine è proprio quello di promuovere un approccio critico in tema di appropriatezza clinica e uso dei farmaci e di sollecitare la discussione relativa agli scenari futuri che si andranno delineando in campo sanitario.